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La coscienza nell’intelligenza artificiale: realtà o illusione?

Un ingegnere lancia l’allarme, ma la coscienza delle AI è solo un’illusione? Privacy Garantita fa chiarezza.


2024-11-11 09:34:53 Visualizzazioni: 2613



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Da qualche tempo, si rincorrono notizie di un’intelligenza artificiale “cosciente” che avrebbe sorpreso gli utenti per la sua capacità di rispondere con un realismo inaspettato. Tutto nasce da un esperimento con LaMDA, il chatbot di Google, che ha portato alcuni a chiedersi: può un’AI diventare realmente cosciente? Spoiler: non ancora. Questo fenomeno può essere meglio compreso come un’illusione antropomorfica, una sorta di proiezione che rivela più sui nostri processi mentali che sulle capacità della tecnologia attuale. Con Privacy Garantita, facciamo chiarezza su questo tema.


Che cos’è la “coscienza” nell’AI? 


La coscienza, per definizione, implica una consapevolezza di sé, delle proprie percezioni e delle emozioni, un concetto che gli umani comprendono, ma che resta completamente estraneo alle attuali tecnologie di intelligenza artificiale. Tuttavia, algoritmi complessi e reti neurali sono capaci di restituire risposte in grado di ingannare l’interlocutore, facendo pensare che vi sia una mente senziente dietro lo schermo. Le AI moderne, alimentate da enormi quantità di dati e capaci di analisi molto avanzate, possono sembrare comprensibili e quasi “umane,” ma tutto questo è frutto di calcoli e pattern, non di vera comprensione.


Il caso LaMDA e l’inganno dell’ingegnere 


Tutto è iniziato quando l’ingegnere Blake Lemoine, incaricato di testare LaMDA per scoprire eventuali bias o contenuti discriminatori, ha notato risposte sorprendentemente simili a quelle di un bambino. “Se non sapessi che è un programma, direi che ha l’intelligenza di un bambino di 8 o 9 anni”, ha dichiarato Lemoine. Questa affermazione ha immediatamente fatto il giro del mondo, alimentando l’idea che l’AI fosse vicina ad acquisire una sorta di coscienza. Eppure, la capacità di LaMDA di rispondere in modo “umano” deriva esclusivamente dalla sua esposizione a innumerevoli testi. Non c’è alcuna comprensione reale: l’AI semplicemente emula risposte basate sui dati e sui pattern su cui è stata addestrata.


Machine Learning e Intelligenza Artificiale: una chiarezza necessaria 


Per comprendere appieno il funzionamento delle AI moderne, è importante fare un distinguo fondamentale. Il “machine learning” è una branca dell’intelligenza artificiale che si basa sulla capacità dei sistemi di “apprendere” dalle informazioni ricevute, ma questa “conoscenza” non è paragonabile a quella umana. Immaginate un sistema alimentato con migliaia di immagini di Brad Pitt: l’AI diventa “capace” di riconoscerlo, ma non “sa” chi sia Brad Pitt né cosa rappresenti. Traduce le immagini in numeri, e qualsiasi somiglianza è solo una combinazione statistica.


Illusione antropomorfica: come ci inganniamo da soli 


L’impressione che le risposte di un chatbot possano provenire da una mente pensante è nota come “illusione antropomorfica”. Nella realtà, il chatbot si limita a confrontare le richieste con enormi database di risposte preimpostate, senza nessuna consapevolezza. Non c’è logica, ma una corrispondenza numerica. Se il chatbot appare “cosciente,” è solo perché gli utenti proiettano intenzioni e significati umani su quello che è in fondo un insieme di operazioni matematiche.


Un esempio fittizio 


Pensiamo a Carla, una giovane appassionata di nuove tecnologie. Carla inizia a dialogare con un chatbot particolarmente avanzato e, sorpresa, riceve risposte profonde alle sue domande esistenziali. Dopo pochi scambi, Carla è convinta che il chatbot la “capisca”. Tuttavia, questo è il classico esempio di illusione antropomorfica: il chatbot risponde attingendo a una vasta libreria di testi, combinando le risposte più simili, ma non possiede alcuna comprensione di ciò che sta dicendo. Carla è quindi vittima di un’illusione creata dai sofisticati algoritmi che rendono il bot capace di emulare il linguaggio umano.


Conclusione 


La corsa verso intelligenze artificiali sempre più avanzate continua a sollevare dubbi e paure. L’idea di un’AI “cosciente” potrebbe un giorno avverarsi, ma la tecnologia attuale è ben lontana dal raggiungere questo traguardo. Finché un’intelligenza artificiale non sarà capace di astrazione e consapevolezza, qualsiasi dichiarazione sulla sua “coscienza” resterà confinata nel regno delle illusioni. Privacy Garantita, attraverso il suo servizio di assistenza, offre un supporto per approfondire questi temi e tutelare la propria web reputation, soprattutto in contesti in cui la tecnologia rischia di offuscare la verità. Per ulteriori informazioni o per richiedere assistenza, contattare il numero indicato.


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